Protocollo fotografico in odontoiatria

Introduzione – Protocollo fotografico in odontoiatria

La fotografia in ambito dentale può considerarsi ormai un fatto acquisito, in quanto negli ultimi tempi numerosissimi studi odontoiatrici e laboratori odontotecnici hanno avvertito l’esigenza di attrezzarsi per fare fotografie, così da avere un ulteriore supporto tecnico alla loro attività professionale. Ecco quindi la necessità di acquisire un’adeguata conoscenza in campo fotografico anche da parte dei professionisti del settore dentale.

Entrando più nello specifico nella gestione della fotografia dentale non sono da sottovalutare aspetti importanti, quali il notevole miglioramento dei rapporti tra l’odontoiatra e l’odontotecnico i quali, attraverso gli strumenti offerti dalle più moderne tecnologie, diventati ormai di uso quotidiano, hanno la possibilità di colloquiare procedendo anche al reciproco scambio di immagini in tempo reale, ottenendo così una notevole riduzione dei tempi necessari per la risoluzione di ogni singolo caso; tutto questo indipendentemente dalla distanza tra lo studio ed il laboratorio grazie a Internet e software di condivisione di file e cartelle (es. Dropbox e Wetransfer).

Altro importante aspetto da considerare è la funzione estetica, che ormai negli ultimi tempi sta assumendo una valenza sempre maggiore sia per quanto concerne la mera documentazione sia per agevolare il dialogo tra clinico e paziente.

Va tenuto presente, inoltre, che già da anni la fotografia sta diventando anche uno strumento diagnostico al pari degli esami radiografici.

Da non trascurare infine la possibilità di avere a disposizione uno strumento adeguato e di facile accesso in caso di controversie medico/legali.

A questo punto a mio avviso appare interessante anche l’aspetto pubblicitario che potrebbe usufruire di canali diretti di informazione, quali i social network, attraverso i quali pubblicizzare il proprio lavoro corredato da foto e slide documentative di tutto il percorso pre e post trattamento.

Protocollo semplificatoProtocollo fotografico in odontoiatria:

Per quanto detto finora, assume una notevole importanza, fino a diventare a mio avviso indispensabile, il potersi avvalere anche nel settore della fotografia dentale di protocolli semplici, da utilizzare nei diversi casi da documentare e che facciano riferimento a standard specifici ed universalmente adottati.

Le mie conoscenze acquisite in questi ultimi anni, in cui mi sono assiduamente dedicato alla fotografia nel dentale, mi hanno consentito di elaborare un protocollo di base, molto semplice e facilmente eseguibile anche senza specifiche esperienze in campo fotografico, che ritengo utilizzabile nei più comuni e frequenti casi.

Mi corre l’obbligo di chiarire che con ciò non intendo minimamente mettere in dubbio la validità di analoghi strumenti esistenti, peraltro elaborati da illustri professionisti e molto utili per i più esperti. E’ infatti per tale motivo che  parlo di casi comuni, in quanto i casi particolari e gli scatti necessari alla loro documentazione possono essere comunque effettuati partendo da nozioni di base di fotografia generale e odontoiatrica e, in ogni caso, fanno sempre parte integrante del protocollo summenzionato.

Fatta questa doverosa premessa, di seguito vado ad individuare gli indispensabili scatti al viso che ritengo debbano essere documentati:

Foto al voltoProtocollo fotografico in odontoiatria:

  • frontale(con e senza sorriso) prima, durante e post trattamento(Fig. 1c);
  • laterale destro e sinistro(Fig. 1 a -e);
  • a 45° destro e sinistro. (Fig. 1 b-d).

Scatti effettuati durante un corso di Protesi Totale su paziente tenuto dal Dr. Alessio Casucci e l’Odt. Alessandro Ielasi

Come per gli scatti extra orali ora indicherò gli scatti intraorali da comprendere nel protocollo semplificato:

Scatti intraoraliProtocollo fotografico in odontoiatria:

  • frontale;
  • laterale destra e sinistra;
  • occlusale superiore e inferiore.

Ovviamente ci sono tante altre inquadrature da poter effettuare nel cavo orale, ma come ho chiarito la mia intenzione è quella di poter dare aiuto al professionista cercando di non complicare ma di semplificare il procedimento fotografico di ogni paziente. Nel caso in cui ci trovassimo, però, di fronte a problematiche particolari  da dover documentare con scatti ulteriori, basterà solo mettere in pratica le conoscenze base di fotografia e trovare la giusta posizione di scatto.

Tutti gli scatti al volto dovrebbero essere effettuati con uno sfondo di colore unico nero(si potrebbe allestire all’interno dello studio un piccolo set fotografico attaccando alla parete un drappo di velluto nero, in quanto il velluto non riflette la luce ma la assorbe) per poter avere il minor numero di ombre possibili. L’importante è non utilizzare sfondi di colori diversi dal nero, bianco e grigio perchè potrebbero portare fastidiose ombre colorate sul soggetto. Una buona regola è quella di utilizzare uno sfondo “contrastante” al soggetto: se il soggetto è scuro si utilizzerò uno sfondo bianco viceversa nero.

Lo sfondo grigio potrebbe essere una buona idea per avere un colore unico per tutti i pazienti. Per chi poi ritiene necessario creare un set fotografico per ritratti più professionali, si possono anche usare diverse fonti di illuminazione riflessa. In linea generale si utilizza invece una fonte di luce incidente (quella luce che batte sul soggetto da fotografare direttamente), perché se abbiamo solo un flash anulare (Fig. 3 a) non possiamo fare altro (a meno che non sia wireless) che puntare la luce sul soggetto frontalmente. Anche utilizzando i flash tipo wireless SB-R200 della Nikon (Fig. 3 b), data la loro limitata potenza, non potremo fare altro che dirigere il lampo verso il soggetto inquadrato (eventualmente utilizzando dei diffusori o soft box per diffondere la luce in modo più uniforme).

Nel caso in cui ci sia poi la possibilità di utilizzare diversi flash insieme, grazie al sistema wireless possiamo diffondere la luce più correttamente, non più facendola partire da un unico punto, ma da 2 – 3 o 4 diversi (Fig. 3). Se infine vogliamo usare luce riflessa bisognerà equipaggiarsi di stativi (almeno 3), teste dedicate all’attacco dei flash e diffusori sulla parabola del flash. In questa configurazione dovremo però usare non più flash anulari o macro ma i normali flash che si usano generalmente in fotografia. In questo modo otterremo un lampo molto più ampio e potente rispetto sia all’anulare che a quello macro, in modo tale che nel momento in cui andremo a farli “sparare” contemporaneamente su una parete bianca, la luce che arriverà al soggetto sarà tutta molto più omogenea, evidenziando un incarnato del viso molto più naturale.

È possibile utilizzare anche un solo flash “normale”(Fig. 5),montato sulla fotocamera, che con la possibilità di ruotare la parabola in tutte le direzioni può “sparare” il lampo su una parete o anche sul soffitto in modo da ammorbidire i toni dell’incarnato (se la stanza in cui si stanno effettuando gli scatti ha pareti bianche e non è molto grande). 

Posizione 3 Flash Nikon SN-R200 su uno scatto al volto frontale - dr. Alessio Casucci e Odt. Alessandro Ielasi
Fig. 4. Posizione 3 Flash Nikon SN-R200 su uno scatto al volto frontale
Protocollo fotografico in odontoiatria - Flash a torcia per usi generici
Fig. 5 Flash a torcia per usi generici

Tutte queste situazioni sono finalizzate ad un perfetto equilibrio tra estetica e aspetto clinico, in quanto il protocollo è adatto a tutti i tipi di pazienti, onde poter acquisire contestualmente una più corretta documentazione clinica unitamente ad un aspetto estetico molto gradevole. Negli scatti prettamente estetici, poi, potrebbe essere buona norma coinvolgere anche il paziente, in modo tale da renderlo partecipe del suo cambiamento e quindi più soddisfatto del lavoro svolto. Inoltre, ove possibile, sarebbe opportuno a mio avviso procedere con la documentazione fotografica dei singoli casi anche durante le visite di controllo, così da  poter ottenere un corretto “follow up” non solo clinico ma anche fotografico.

Per quanto riguarda invece gli scatti intraorali sicuramente ci troveremo di fronte a tante difficoltà, prima fra tutte la posizione da assumere per poter “inquadrare” la scena nel modo giusto, velocemente e correttamente. Sicuramente in questa fase gli assistenti giocano un ruolo fondamentale in quanto, conoscendo bene le abitudini di lavoro del professionista, lo coadiuvano nel suo posizionamento rispetto al paziente.

In molti manuali di fotografia odontoiatrica si parla anche della posizione da tenere in tutte le foto intraorali, fino ad individuare con meticolosa precisione anche gli appoggi da utilizzare, l’esatta distanza dal soggetto (che peraltro varia a seconda dell’obiettivo utilizzato), nonché l’inclinazione con cui inquadrare il particolare. Io però tendo a privilegiare la conoscenza della macchina fotografica, l’indice di ingrandimento dell’obiettivo da utilizzare, il diaframma da selezionare e quant’altro, con l’acquisizione quindi di una ottimale padronanza degli strumenti a corredo, per poi procedere a trovare il più idoneo posizionamento, tenendo sempre presente che, trattandosi di protocolli standard, si dovrà utilizzare la stessa inquadratura per le medesime foto su qualunque paziente. Ad esempio, nello scatto alla bocca frontale in occlusione, bisognerà cercare di comprendere, nelle estremità dell’inquadratura, tutti i denti da molare a molare, tutte le mucose ed i frenuli.

ConclusioniProtocollo fotografico in odontoiatria:

Oggi è indispensabile per tutti i professionisti del settore dentale essere a conoscenza di un protocollo fotografico comune ben eseguito, in quanto, questo rappresenta un biglietto da visita professionale importante sia per odontoiatri che odontotecnici. Inoltre è un’indispensabile supporto nelle dispute medico legali tra paziente e odontoiatra.

www.fotomedica.it