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La fotografia nel dentale oggi

La fotografia nel dentale oggi

La fotografia in ambito dentale ha una notevole importanza, che parte dalla documentazione del caso clinico, passando per il risvolto promozionale, arrivando all’aspetto medico/ legale. Purtroppo il mercato della strumentazione fotografica è molto vasto e, per chi non ha adeguate basi di conoscenza della tecnica, molto complicato. In questo articolo analizzerò la situazione della fotografia oggi, sempre nell’ambito dentale, e cercherò di accompagnare il lettore a comprendere che non è necessario avere l’ultimo ritrovato tecnologico per effettuare delle buone e giuste fotografie, ma che l’importante, invece, è applicare le giuste tecniche matematiche per limitare le variabili e aumentare la velocità e la qualità della documentazione, utilizzando gli apparecchi fotografici come “semplici” strumenti di uso quotidiano.

Nel dentale la fotografia viene utilizzata da lungo tempo, questo è vero, ma da chi? Possiamo sicuramente affermare che chi la utilizzava lo faceva solo per supportare i propri interventi, in qualità di relatore durante conferenze o corsi di formazione, per la sola necessità di documentare adeguatamente la presentazione dei casi più interessanti trattati (Figg. 1, 2).

Quindi non veniva usata molto frequentemente. Però, anche se sto usando il tempo passato, in realtà la situazione attuale non è molto cambiata. Sicuramente l’avvento di smartphone (Fig. 3) sempre più performanti nel comparto fotografico ha aiutato non poco chi voleva scattare “belle” foto senza necessariamente dotarsi di costose apparecchiature e, soprattutto, senza la necessità di approfondire le proprie conoscenze di tecnica fotografica. Allora perché acquistare apparecchiature fotografiche costose? Beh, comunque anche uno smartphone di alta gamma arriva a costare intorno ai duemila euro, quindi credo che nemmeno questi possano essere considerati strumenti economici. Comunque, anche utilizzando uno smartphone, bisogna sempre seguire uno specifico protocollo per le inquadrature da effettuare su ogni paziente (Fig. 4).

Chiarito ciò, vorrei in questa sede soffermarmi sulla fotografia attuale in ambito dentale, cercando di fare anche maggiore chiarezza sull’argomento, senza entrare in dissertazioni puramente tecniche che non porterebbero da nessuna parte. Vorrei quindi iniziare innanzitutto con una riflessione: in ogni ambito, sia professionale che sociale o privato, il mondo non sta semplicemente cambiando, ma ormai è totalmente cambiato e le innovazioni tecnologiche sono entrate a pieno titolo nella nostra vita quotidiana.

Per quanto riguarda il privato si è assistito a innovazioni quali il visore 3D (Fig. 5), che fino a qualche anno fa si vedeva al massimo in qualche film di fantascienza, o i numerosi video game sempre più realistici, nei quali non riusciamo più a distinguere la realtà dagli effetti speciali. In ambito dentale, si assiste alla commercializzazione di nuovi strumenti sempre più innovativi, come i più recenti fresatori, le stampanti 3D, gli scanner e i numerosi software per la gestione di questi strumenti. Allora la domanda che sorge spontanea è: “La tecnologia è complicata?” E provo a rispondere: “A mio parere no; quello che è complicato è capirla”. Sembrerebbe un controsenso ma non lo è. Infatti è come se volessimo insegnare a scrivere a un bambino con la più performante e costosa penna in commercio senza fargli capire come tenerla in mano e come utilizzarla. Ecco, con la tecnologia il concetto è analogo; possiamo comprare il più recente, più veloce e più potente computer presente sul mercato che, peraltro, ha un
costo elevatissimo, e poi molto probabilmente non saremo in grado di utilizzarlo appieno perché troppo complicato, fino a convincerci di aver sbagliato a comprarlo.

La fotografia nel dentale oggi - visore 3d
Fig. 5: Visore 3D

Questo è l’errore più frequente che si fa credendo che lo strumento in sé possa funzionare da solo, ma così non è, per cui dovremo imparare a dialogare con esso, come abbiamo imparato a tenere la penna in mano per scrivere. In proposito sento spesso in giro ripetere un concetto che condivido pienamente: “Si, l’avvento della tecnologia digitale è una grandissima innovazione nel dentale, e progredisce costantemente, ma se non si ha una adeguata esperienza al banco non fa miracoli”. Il computer, come qualsiasi altra invenzione che utilizza calcoli matematici complessi, è pur sempre (almeno fino a ora) una macchina che non ha autonomia di pensiero ma è in grado solo di eseguire quanto le viene richiesto, per cui non potrà comprenderci, ma dobbiamo essere noi a comprenderla. Trasferendo questo concetto nello specifico ambito fotografico, possiamo affermare che per fare una foto non è fondamentale avere l’ultimo ritrovato tecnologico a disposizione, ma è importante conoscere i fondamenti della tecnica fotografica, tralasciando inizialmente la qualità dello scatto. Quindi, che si utilizzi una fotocamera reflex oppure una mirrorless, un sensore Full Frame, uno APS-C o di una grandezza diversa, le regole fondamentali della tecnica fotografica sono le stesse (Fig. 6).

Fotocamere reflex e mirrorless
Fig. 6 Fotocamere Reflex e Mirrorless

Ho sempre in mente le parole del Dr. Bengel, che nel 1987 nel suo testo di fotografia dentale disse: “le riprese fotografiche che sono effettuate per documentazione non debbono piacere all’osservatore, ma debbono veicolare il massimo dell’informazione”. Questa frase chiarisce bene il concetto, evidenziando che nell’utilizzo della fotografia per documentare un caso, in studio o in laboratorio, bisogna ottenere la massima informazione possibile, e cioè una scena correttamente illuminata, a fuoco e con piani corretti. Quindi possiamo affermare che per avere una scena a fuoco dobbiamo innanzitutto scegliere un valore di diaframma (lamelle che si aprono e si chiudono all’interno dell’obiettivo) stretto, questo su qualunque fotocamera e con qualsiasi sensore (Fig. 7).

La fotografia nel dentale oggi - diaframmi
Fig. 7: Diaframmi

Poi va cercata una corretta illuminazione, cioè assicurarsi che tutto il soggetto risulti ben illuminato, utilizzando se necessario la luce del flash, perché nella fotografia dentale l’uso di luci continue (faretti o lampade) comporterebbe poi una difficile gestione del colore, troppo influenzato dalla temperatura della luce, senza trascurare la spesa complessiva elevata anche nei consumi energetici. Quindi il flash è quello che serve nella fotografia dentale, anche perché non dimentichiamo che il colore di un soggetto è influenzato dalla luce che lo colpisce, e la maggior parte dei flash, hanno una temperatura di colore della luce neutra (5500 °K), il che ci aiuta molto in questo settore dove il colore ha la massima importanza (Fig. 8).

Temperatura colore della luce
Fig. 8: temperaura colore della luce

Durante la mia lunga esperienza di relatore di corsi di formazione, ho spesso dovuto constatare che per i corsisti era piuttosto complicato assimilare la gestione dei flash e soprattutto dei menù interni alla fotocamera, per cui ho cercato di rendere questi concetti il più semplice possibile. Allora ho deciso che la cosa più importante da fare per far comprendere questi due aspetti al meglio, è quella di dedicare molto più tempo, durante ogni corso, all’utilizzo pratico della fotocamera e dei suoi menù. Mi preme comunque precisare che queste mie considerazioni sono dettate solo dalla mia naturale tendenza alla ricerca della perfezione in questo campo, che perseguo da sempre per pura passione.

In questa prospettiva ho effettuato una veloce ricerca sul Web per vedere quanti sono gli studi odontoiatrici e i laboratori odontotecnici censiti in Italia. Gli studi odontoiatrici sono 64.434 al 16 gennaio 2024 e i laboratori odontotecnici erano 15.055 al 24 maggio 2022 (Fig. 9). Non ho una precisa stima di quanti di questi usano la fotografia frequentemente per documentare il loro lavoro, ma sono certo che la percentuale è molto bassa. Questo significa che all’interno del settore dentale, la fotografia non ricopre ancora un ruolo ben definito. Però, ho anche constatato che quei professionisti che la utilizzano in questo ambito, hanno percepito quanto invece sia importante, soprattutto nel facilitare la comunicazione tra clinico e tecnico.

La fotografia nel dentale oggi - studi dentistici e laboratori odontotecnici in Italia
Fig. 9: Studi dentistici e laboratori odontotecnici presenti in Italia

Spesso mi capita di sentire questa frase, che condivido: “La fotografia nel dentale è fondamentale perché mi permette di vedere dettagli che anche ad occhi abituati non vedrei e mi permette anche di analizzare al meglio il lavoro”. Il mio obiettivo, quindi, rimane quello di spiegare i concetti fondamentali della fotografia nel settore dentale con la massima semplicità, non dimenticando però mai la qualità della documentazione scientifica. Sono fortemente convinto che, imparando le regole che portano alla costruzione di una giusta immagine, esse potranno essere applicate a qualunque apparecchiatura fotografica, certo con le differenze date dalla gestione dei menù, diversi a seconda della marca del prodotto utilizzato.

Così facendo non c’è bisogno di sapere con che strumentazione si scatta, ma semplicemente si utilizzerà una tecnica che è possibile adattare a ogni strumentazione. Fortunatamente in questa tipologia di fotografie non abbiamo necessità di curare l’aspetto artistico, e questo la rende non necessariamente “operatore dipendente”. Imparare la tecnica, e di conseguenza la “matematicità” della fotografia (Figg. 10a, 10b), significa ridurre al minimo ogni variabile, ottenendo comunque scatti molto veloci e di qualità.

Rifacendoci all’esempio precedente del bambino che non sa scrivere, possiamo affermare che odontoiatra, igienista, ASO, odontotecnico o qualunque altra figura professionale presente nel team, non dovrà diventare un fotografo e, oltretutto, non avrebbe il tempo per dedicarsi anche alla fotografia, però se gli strumenti fotografici a disposizione saranno utilizzati con la giusta tecnica, essi diventeranno semplicemente un ulteriore strumento di lavoro al pari di un micromotore (Fig. 11).

La fotografia deve essere uno strumento del lavoro non un problema
Fig. 11. la fotografia deve essere uno strumento del lavoro non un problema

Nel dentale la fotografia è importante sia in studio che in laboratorio perché consente di avere una visione globale consentendo di elaborare al meglio il piano di trattamento clinico. In laboratorio la fotografia permette di valutare adeguatamente la tecnica utilizzata e, a mio avviso, di porre una maggiore attenzione ai procedimenti lavorativi, ad esempio la cura dei modelli. Nei due utilizzi, clinico o tecnico, la diversità dell’attrezzatura fotografica riguarda solo l’illuminazione e quindi il tipo di flash da utilizzare. Nello studio si possono utilizzare tranquillamente flash anulari che permettono di avere una luce diretta sul soggetto (Fig. 12).

La fotografia nel dentale oggi - flash anulari
Fig. 12: Flash anulari

Certo mi si obietterà che un tipo di luce del genere appiattisce l’immagine, e ciò è certamente vero, ma non vuol dire che sia un problema. L’utilizzo di flash gemellari macro (2 o più flash) è utile in ogni situazione, ma particolarmente con l’utilizzo di diffusori (bouncer) inseriti sui flash, consentendo di ottenere una documentazione di un caso “estetico” sul gruppo frontale, superiore e inferiore (Fig. 13).

bouncer
Fig. 13: Bouncer

L’utilizzo di una luce diffusa, utilizzando i bouncer, permette di far arrivare la luce al soggetto in modo più morbido “inglobando il soggetto” così da poter visualizzare meglio tutte le caratteristiche dentali, come le forme e la morfologia. Anche il colore dei denti è influenzato dal tipo e dalla direzione della luce che lo colpisce e questo è un dato che di solito è di facile comprensione (Fig. 14). In questo articolo non aprirò il discorso colore o presa del colore perché è un discorso troppo ampio che ha bisogno di essere trattato a parte.

La fotografia nel dentale oggi - denti frontali fotografati con bouncer
Fig. 14: Frontali fotografati con bouncer

Conclusioni

In conclusione, utilizzando la tecnica in modo matematico, non abbiamo bisogno di conoscere il mezzo da utilizzare per poter arrivare al nostro risultato finale, che è sempre la documentazione scientifica dei casi. La fotografia in ambito dentale spesso viene vista come una perdita di tempo che non ha alcuna utilità, tanto da ritenere finanche che con foto o senza foto il lavoro si fa lo stesso. Questa affermazione è letteralmente vera, ma per ottenere una lavorazione ottimale senza trascurare dettagli importanti, la fotografia è essenziale. Infatti, prendendo ad esempio i casi di ortodonzia, nei quali il paziente, attraverso un lungo e fastidioso periodo legato all’uso di diversi apparecchi ortodontici, spesso non ricorda da dove ha iniziato il suo percorso, documentando adeguatamente il caso a ogni visita, può seguirne l’evoluzione fino alla fine del trattamento, verificando così anche la quantità di lavoro svolto
per la riabilitazione. Scattare le fotografie solo per provare a vedere cosa succede comporta sicuramente delle inevitabili problematiche e, soprattutto, una inutile perdita di tempo. Scattando invece con la consapevolezza che la fotografia ottimizzerà sicuramente i risultati, si eviteranno inutili perdite di tempo e si otterrà un’ottima documentazione. Quindi cosa significa ottenere una corretta fotografia dentale? Semplicemente avere una fotografia con il soggetto a fuoco e con una luce omogenea che lo colpisce. L’ultima considerazione che mi sento di fare è la condivisione della nota frase di Goethe che dice: “l’occhio vede ciò che la mente conosce”. Infatti, avendo una adeguata conoscenza del proprio lavoro e delle cose importanti da documentare, la fotografia, utilizzata con la giusta tecnica, sarà solo uno strumento che estende l’occhio dell’operatore.

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